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Torre di Porto Corallo

Torre di Porto Corallo

Torre di Porto Corallo

Provenendo dalla SS 125 da Muravera, bisogna oltrepassare Villaputzu e, alla periferia N/E del paese, imboccare la diramazione per Porto Corallo.

Il contesto ambientale
La denominazione della torre risale già al XVI secolo per la forte presenza, nell'area, di corallari.
La torre controllava una zona strategica: la foce del Flumendosa. Quest'area era già frequentata in epoca punica, come approdo della città di Sarcapos/Sarrabos e, in epoca medievale, era difesa dallo scomparso castello di Malvicino o Sarrabos. Il fortilizio attuale, a 15 m s.l.m., era in contatto visivo con la torre di Monte Rosso, a N, e quelle delle Saline e di Capo Ferrato, a S.

Descrizione
La torre venne costruita dalla Reale Amministrazione delle Torri nell'ultimo decennio del XVI secolo.
La forma è cilindrica, con un leggero svasamento; l'altezza, dal livello di terra fino alla sommità dello spalamento della terrazza, è di 14 m. L'ingresso al primo piano è aperto a 6,5 m da terra; la camera interna, circolare, presenta un diametro di 6 m, una volta cupolata e tre troniere. Questo ambiente, detto anche casamatta, cioè la camera interna a prova di bomba, alla destra dell'ingresso, presenta una scala che porta al piano superiore e interna alla muratura. Sempre nel primo piano si possono notare un caminetto e la botola per discendere nella cisterna sottostante.
Nel piano superiore, originariamente aperto, detto anche piazza d'armi, era costruita la mezzaluna, una struttura leggera, dalla forma semicircolare, realizzata in canne e coppi, che si appoggiava nel parapetto fronte terra; il suo scopo era quello di proteggere le munizioni e gli uomini della torre per la notte; nel lato mare, invece, la muratura era merlata per l'alloggiamento dei cannoni.
La torre, in una relazione del 1720, appare in buono stato; cinquant'anni dopo, il manufatto necessitava di restauro e così, fra il 1777 e il 1778, fu demolita e ricostruita la struttura superiore fino al livello del boccaporto; altri interventi furono realizzati nel 1791 e nel 1798.
La torre, nella relazione del 1767 del piemontese Ripol, è indicata come torre di guardia con una piccola guarnigione composta da un alcaide, due soldati e un armamento costituito da due sole spingarde.
Nel secolo XIX il piano superiore venne chiuso, fu innalzato tutto il parapetto e tutte le merlature vennero trasformate in finestre; nello stesso periodo venne addossata alla torre una scala in pietra.
La torre di Porto Corallo, come scrive Della Marmora, subì l'attacco nel 1812 di una flotta di barbareschi della Tunisia, respinto grazie all'intervento di genti di Villaputzu e Muravera.
Attorno agli anni trenta dell'Ottocento la torre venne riparata su progetto dell'architetto Melis; quindi, dopo il 1842, data della soppressione della Reale Amministrazione delle Torri, adibita ad altri scopi. È stata restaurata nel 1984.

Storia degli studi
La torre è compresa nelle principali opere sulle fortificazioni costiere in Sardegna.

Bibliografia
A. Della Marmora, [i]Itinerario dell'Isola di Sardegna[/i], Cagliari, Alagna, 1868;
E. Pillosu, [i]Le torri litoranee in Sardegna[/i], Cagliari, Tipografia La Cartotecnica, 1957;
E. Pillosu, "Un inedito rapporto cinquecentesco sulla difesa costiera di Marco Antonio Camos", in [i]Nuovo Bullettino Bibliografico Sardo e Archivio delle tradizioni popolari[/i], V, 1959;
F. Fois, [i]Torri spagnole e forti piemontesi in Sardegna[/i], Cagliari, La Voce Sarda, 1981;
G. Montaldo, [i]Le torri costiere in Sardegna[/i], Sassari, Carlo Delfino, Sassari 1992;
F. Russo, [i]La difesa costiera del Regno di Sardegna dal XVI al XIX secolo[/i], Roma, Stato maggiore dell'Esercito, Ufficio storico, 1992;
G. Montaldo, "Forti e Torri Costiere", in [i]Le Architetture fortificate della Sardegna centro-meridionale. Atti della Giornata di Studio[/i], Cagliari 16 ottobre 1999;
M. Rassu, [i]Guida alle torri e forti costieri[/i], Cagliari, Artigianarte, Cagliari 2000.

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