Situato in una delle parti più incontaminate e suggestive del massiccio del Gennargentu, Aritzo è un importante centro montano che mostra un'architettura interessante, caratterizzata da facciate in pietra scistosa e lunghi balconi anticamente in legno, oggi in ferro battuto.
La collezione museale è collocata provvisoriamente nei locali al pianterreno della scuola elementare di via Marconi, un caseggiato degli anni cinquanta ubicato nel centro del paese.
Le singole stanze ospitano un patrimonio straordinariamente ampio e variegato delle attività più rappresentative della cultura barbaricina. Il criterio scelto per la disposizione dei reperti, all'interno del museo, è stato quello per tematiche e mestieri.
Il percorso museale si articola in due sezioni. La prima ospita una rassegna di costumi tradizionali maschili e femminili e una collezione di maschere ferine locali quali "su mamutzone", "s'ulzu" (l'orso), "sa maltenica" (la scimmia) e "su boe", tutte realizzate con pelli di capra o di pecora.
Nell'altro spazio il materiale esposto fa parte della tradizione agro-silvo-pastorale, e così troviamo gli attrezzi del contadino, del boscaiolo, del falegname-intagliatore, del pastore, del fabbro e del bottaio, ma anche gli oggetti relativi alla tessitura, all'artigianato e alla sfera magico-religiosa.
Importanti anche gli strumenti destinati alla lavorazione e produzione delle candele e alla loro decorazione e un'intera raccolta di campanacci, dalle forme e sfumature sonore più varie.
C'è poi un settore interamente dedicato alla produzione della "carapigna", sorbetto al limone che un tempo veniva confezionato con la neve raccolta sui monti e custodita nelle "neviere", profonde fosse ricoperte di paglia o arbusti. Aritzo, infatti, famosa per l'industria della neve, aveva ottenuto dal fisco spagnolo il monopolio della raccolta della neve e, per ben cinque secoli, rifornì di ghiaccio l'intera isola e il Palazzo reale di Cagliari.
Chiude il percorso la ricostruzione della cucina tradizionale, con il camino a fuoco centrale e arredata con tutti gli attrezzi dell'epoca. Qui è documentata la catena operativa della panificazione e dell'essiccazione e lavorazione delle castagne e si trova esposta anche una collezione di giocattoli.
Lungo il percorso museale è possibile vedere anche le opere del maestro di pittura e incisione Antonio Mura collocate, temporaneamente, nell'attuale Palazzo comunale. Oltre la quadreria, rivestono grande importanza la ricca collezione di casse lignee intagliate e i mobili di un'intera camera da letto, realizzati su disegno del pittore che li ha poi dipinti.
Indirizzo: via Guglielmo Marconi - 08031 Aritzo
tel. 0784 629801
Ente titolare: Comune di Aritzo
Gestione: Società Cooperativa Giuramentu S.n.c. di Aritzo
Orari: 9.00 - 13.00 e 15.00 - 18.00 (da ottobre a maggio); 10.00 - 13.00 e 16.00 - 19.00 (da giugno a settembre); lunedì, Natale e Pasqua chiuso
Biglietto: € 2,50 (visita museo e carcere spagnolo, visita guidata compresa nel prezzo). Esenzione per bambini fino a 10 anni
Esiste un servizio di visita guidata, condotto da personale specializzato in Storia della cultura materiale e Pedagogia, compreso nel prezzo del biglietto. Esiste un percorso didattico per bambini. È aperto il bookshop. È attivo il laboratorio per il restauro e il recupero del legno (su prenotazione). Non esistono barriere architettoniche. Il museo organizza visite guidate al Carcere spagnolo "Sa Bovida" e (su prenotazione) al Sistema museale che comprende l'escursione, a piedi, a "Funtana Cugnada" dove si trovano le "neviere"; la visita al Centro storico dove sopravvivono ancora i resti delle "domos de nie", le case della neve; alla Torre Campanaria, alta una quarantina di metri, dalla quale è possibile spaziare su un suggestivo panorama; al Palazzo comunale che contiene le opere del maestro di pittura e incisione Antonio Mura.