Si esce da Morgongiori in direzione di Ales e si svolta subito a destra in una recente strada comunale che si diparte dalla SS 442, poco oltre il cimitero; dopo circa 350 metri si svolta a sinistra e, dopo altri 350 m ancora a sinistra. Si procede lungo la strada comunale per circa 1150 metri: poco prima di un ponticello, si lascia l'auto e si procede a piedi (o in fuori-strada) per un viottolo, sulla destra. Dopo più di un chilometro, la stradina sterrata risale il pendio a sinistra; sull'altura ha inizio l'area archeologica, ubicata nel pianoro alla sinistra.
Il contesto ambientale
Il sito archeologico è ai piedi del versante S del Monte Arci, su un'altura che domina l'alto corso del Rio Mogoro (Riu Funtana Canna, in questo tratto), nel retroterra del golfo di Oristano.
Descrizione
Il complesso comprende un menhir e due piccole domus de janas.
Il menhir, conosciuto col nome di Su Furconi de Luxia Arrabiosa, si erge isolato su un breve pianoro; intorno si notano altre lastre atterrate, e pressoi scavati in blocchi di marna calcarea, segno di una frequentazione del sito in epoca romana e tardoantica.
Il menhir è di forma quadrangolare, assottigliato in alto in forma quasi conica, e misura m 3,60 di altezza. Sulla faccia principale, rivolta ad E, sono scolpite 12 piccole coppelle, o incavi, lungo una linea verticale longitudinale impostata alla mezzeria della pietra, ma dall'andamento discontinuo, quasi a zig-zag, in cui si susseguono quattro segmenti spezzati costituiti ciascuno da tre coppelle. Gli incavi, circolari, hanno diametri che variano da 2 a 3 cm, e sono profondi circa cm 1,5. Intorno all'area del menhir, e sul sentiero che risale al pianoro, si rinvengono numerosi frammenti di ossidiana.
La domus de janas nota come "Su Forru de Luxia Arrabiosa" è situata circa 500 metri a N del menhir. È costituita da tre celle disposte su un asse longitudinale; l'ingresso, rivolto a SO (portello di m 0,58 x 0,60), immette nell’anticella (m 1,80 x 1 x 0,70 h.) con volta a forno; la cella principale misura m 2,20 x 1,60 x 1,70 di altezza, mentre l'ultima cella (forse una nicchia sopraelevata di m 0,10) misura m 1,30 x 0,80 x 0,60 di altezza. Cornelio Puxeddu vi rinvenne numerosi strumenti di ossidiana, mentre all'esterno notò anche la presenza di ceramica d'impasto. La seconda tomba, nota come "Su Stabi de Luxia Arrabiosa", è molto più semplice e di fattura meno accurata: è costituita da un unico ambiente dalla planimetria irregolare.
Il complesso è riportabile al Neolitico finale (cultura di Ozieri, 3200-2800 a.C.), Eneolitico.