Per raggiungere i siti di Sas Lozas e Isterridolzu occorre uscire dall'abitato di Sorradile in direzione di Bidonì; oltrepassato quest'ultimo centro, procedendo in direzione di Olzai, dopo circa 7 km si attraversa il ponte di Lochele. Si lascia l'auto e si prosegue a piedi per una mulattiera sulla sinistra, in direzione Nord; si supera l'altura di Mandra Puzzones sino ad incontrare il basso altopiano di Sas Lozas, a ridosso del fiume, dove è ubicata la necropoli. Le domus di Isterridolzu sono ubicate poco oltre Sas Lozas, più a valle.
Il contesto ambientale
I complessi di "Sas Lozas" e "Isterridolzu" sorgono negli aspri declivi tufacei che digradano verso il fiume Tirso, nel Barigadu, regione della Sardegna centrale.
Descrizione
La necropoli di Isterridolzu è composta, allo stato attuale delle ricerche, da 6 ipogei molto danneggiati.
Gli ingressi delle tombe, rivolti a S/SE, sono preceduti da un breve padiglione (tombe II e III) o da un "dromos" (tombe I, IV e V). La tomba VI ha il portello d'accesso in evidenza diretta. Gli impianti sono pluricellulari, con 2/5 vani. I portelli d'ingresso, esterni ed interni, sono spesso riquadrati da cornici in rilievo. Tra gli elementi di carattere sacro, si segnalano fossette votive, scavate generalmente nel pavimento dell'anticella, piccole nicchie per offerte e pittura rossa, simbolo del sangue e della rigenerazione.
L'ipogeo più importante è la tomba I, con "dromos" (lungh. m 7,55), un'anticella e due celle. L'anticella, quadrangolare (m 2,10 x m 2,30; alt. m 1,45), mostra pareti con profilo rettilineo e soffitto in leggera pendenza verso l'ingresso. Nel pavimento è una fossetta votiva. Sulla parete di fondo, sopraelevato sul pavimento, si apre il portello d'accesso alla prima cella, in asse con l'anticella; il vano, quadrangolare (m 1,55 x m 1,35; alt. m 1,10) con pareti curvilinee e soffitto leggermente concavo, presenta sulla sinistra, sopraelevato sul pavimento, il portello d'accesso alla seconda cella. Questa è sub-rettangolare (m 3,15/2,80; alt. m 1,65) con pareti rettilinee (d'ingresso e di fondo) e irregolarmente curvilinee.
Il complesso di Sas Lozas è costituito da 5 domus, di cui 4 raggruppate, la quinta a circa 100 m a N/E delle precedenti.
Le tipologie planimetriche sono varie: a sviluppo centripeto (tomba I), a sviluppo trasversale (tomba IV, con due vani e una grande cella rettangolare con soffitto ad uno spiovente), a proiezione longitudinale (tombe II e III, rispettivamente bicellulare e pluricellulare con anticella di semicircolare coperta da soffitto spiovente). La tomba V, parzialmente distrutta, non è facilmente leggibile. Gli ipogei mostrano interessanti motivi architettonico-decorativi: soffitti a "semiscudo" con travetti a raggiera in rilievo (cella della tomba I; vano semicircolare della tomba II; tomba III, senza la composizione figurativa), spioventi con travetti disposti perpendicolarmente (tomba IV), pareti e i soffitti con fasce e lesene in rilievo (tombe I, II, IV), scanalature e fossette votive. La domus più interessante e articolata del complesso è la tomba I, pur gravemente danneggiata e rimaneggiata. Essa consta di sei ambienti disposti attorno ad una cella maggiore "A", preceduta in origine da un'anticella. La cella "A", rettangolare (m 5,20 x m 2,50/2,70; alt. m 2,75/2,35), conserva nel soffitto le tracce della rappresentazione di un tetto ad uno spiovente con 5 travetti scolpiti a rilievo negativo; questi poggiano lateralmente su una fascia in rilievo sotto la linea del soffitto e su lesene d'angolo, di cui una sola visibile a sinistra. Sulla parete sinistra si apriva il portello per il vano "B", irregolarmente quadrangolare, con pareti ad andamento concavo-convesso e soffitto irregolare. Da un'apertura nella parete S/O di questo ambiente si accede ad una piccola cella subcircolare con soffitto piano. Sulla stessa parete, a m 1,20 dal pavimento, si trovano i resti di un portello che immetteva nel vano c.
Tornando alla cella "A", dal lato destro, si accede ai vani "F" e "G", entrambi di pianta irregolare e quasi del tutto crollati; sulla parete di fondo della cella a, in posizione centrale, un pilastrino semiconico (alt. m 0,90; largh. m 1,05 base, m 0,50 sommità) con tre pedarole consente di accedere al vano "D". Il portello, trapezoidale, è inquadrato da un triplice rincasso a cornice. La cella "D", quadrangolare (m 1,80 x m 1,60; alt. m 1,30) e rialzata di m 1,50 rispetto al precedente ambiente, ha pareti rettilinee. Sulla parete E, rialzato di m 0,75, si ha un altro ambiente con apertura a parete di pianta subquadrangolare (m 1,80 x m 1,70; alt. m 1,00).
Le necropoli sono databili al Neolitico finale – Eneolitico.
Storia degli scavi
Il sito è stato indagato negli ultimi decenni del secolo scorso.
Bibliografia
M. R. Nieddu, "The domus the janas necropolis of Isterridorzu in Sorradile (Oristano)", in [i]Sardinia, Papers from the EAA third annual meeting at Ravenna 1997[/i], 3, collana "BAR international series", 719, a cura di A. Moravetti, M. Pearce, M. Tosi, Oxford, Archaeopress, 1998, pp. 127-128, figg. 1-4;
M. R. Nieddu, "La necropoli a domus de janas di Sas Lozas a Sorradile (OR)", in [i]Quaderni Bolotanesi[/i], 25, 1999, pp. 399-407.