Dalla SS 131 dir (Abbasanta-Nuoro) si imbocca lo svincolo a circa 13 km da Abbasanta in prossimità della galleria di Sedilo. Il santuario, uno dei più popolari dell'isola, è in sito campestre fuori dall'abitato, segnalato dai cartelli.
Il contesto ambientale
Il santuario si trova a S/E dell'abitato, sull'orlo del pianoro sovrastante la sponda N del lago Omodeo, in un anfiteatro naturale cinto da mura localmente denominato "sa corte de Santu Antine". Ad esso si accede attraverso due archi, uno dei quali, costruito nel XVII secolo in vulcanite rossastra e detto "su portale de ferru", presenta un fornice a tutto sesto.
Descrizione
L'impianto della chiesa risale alla metà del XVI secolo e risente dei modi tipici dell'architettura gotico-catalana. Di questa prima fabbrica, oltre ai muri della sagrestia, permane la "capilla mayor" con pianta quadrangolare, arco di accesso a sesto acuto e volte a crociera costolonata su peducci variamente scolpiti.
La chiesa che noi oggi vediamo è il frutto di una radicale opera di ampliamento e ristrutturazione avviata nella seconda metà del XVIII secolo che portò all'allungamento dell'aula e alla conseguente costruzione del poderoso corpo bastionato - detto "su forte" - che regge il peso della nuova struttura e crea una sorta di sagrato davanti all'ingresso. I lavori dovettero concludersi entro il 1789, data che si deduce dalle due lapidi murate al lato del portale d'ingresso e, all'interno, nel secondo pilastro di destra.
La facciata è costituita da un ampio e liscio prospetto rettangolare notevolmente sviluppato in larghezza e sormontato da un frontone curvilineo. È realizzata in conci di vulcanite rossastra perfettamente squadrati. Sul prospetto si apre il portale timpanato incorniciato da due colonne su plinti di gusto classicheggiante così come le tre piccole nicchie a conchiglia poste a contorno.
L'interno è costituito da un'unica navata con volta a botte e cappelle laterali aperte sull'aula per mezzo di arconi a tutto sesto che poggiano su possenti pilastri quadrangolari.
Da un punto di vista architettonico - visto anche il contesto paesaggistico - è forse più interessante la popolaresca sistemazione del complesso, molto ben strutturata: il recinto coi suoi grandi portali, l'alberatura, i sedili, i lunghi porticati per i pellegrini e i merciai, l'area circolare per i penitenti tangente alla stradina dove si svolge ogni anno, tra il 5 e il 7 luglio, l'"Ardia", la spericolata corsa a cavallo in onore di San Costantino.
Storia degli studi
La chiesa è schedata da Vico Mossa nella sua opera sull'architettura sarda di età moderna.
Bibliografia
V. Mossa, [i]Dal Gotico al Barocco in Sardegna[/i], Sassari, 1982;
L. Orlando, [i]Le Chiese Giubilari in Sardegna[/i], Sestu, 2000.