Uscire da Sassari e prendere la S.S. 200 per Castelsardo. Superato l'abitato di Sorso, proseguire ancora per circa 2 km sino a raggiungere il santuario nuragico.
Il contesto ambientale
L'area archeologica è ubicata nel retroterra del golfo dell'Asinara, nella Sardegna settentrionale.
Descrizione
Il complesso comprende un pozzo sacro intorno al quale si dispongono un edificio in opera isodoma e diverse capanne edificate in tempi successivi.
Il tempio a pozzo è costituito - secondo moduli architettonici ricorrenti in questo tipo di monumenti - da una cella a pianta circolare accessibile mediante una scala rivolta ad O; l'edificio non presenta, viceversa, il vestibolo che in genere precede il vano scala.
La camera del pozzo (diam. m 2), coperta a "tholos" e oggi svettata (alt. massima residua m 4,40), è scavata nella roccia e presenta il pavimento leggermente concavo e piuttosto irregolare.
La scala (largh. m 1,20; lungh. m 3,35; prof. m 3,30) discende alla camera con quattordici gradini, dei quali undici realizzati con lastre di calcare e gli ultimi tre scavati nella roccia.
Il vano, oggi privo della copertura, segue un andamento semicircolare, insolito in questa tipologia monumentale.
A circa sette metri dal pozzo, in direzione N, si trova la costruzione in opera isodoma.
L'edificio, conservato per un solo filare, presenta un'ampia camera circolare (diam. m 6), dalla quale si diparte un corridoio strombato (lungh. m 9). È difficile dire quale fosse la funzione dell'edificio.
Tra i due monumenti principali, è situato un monolite cilindrico in calcare (diam. m 0,80; alt. m 0,55), privo della parte superiore e forse interpretabile come altare.
Un'ulteriore struttura è presente al limite SO dell'area archeologica: si tratta di una cisterna scavata nella roccia e riutilizzata, forse in età medievale, come Altre costruzioni si sviluppano aldilà della area scavata documentando la complessa articolazione ed estensione del sito.
Il complesso è databile alla fine del Bronzo Medio – Bronzo Recente – Bronzo Finale – prima Età del Ferro.
Il materiale archeologico rinvenuto nel corso degli scavi – soprattutto intorno al monolite - è costituito da oggetti votivi di bronzo (alcune figure di offerenti e offerte), resti ossei di animali sacrificati e materiali di età romana che testimoniano l'uso prolungato dell'area.
Storia degli scavi
Il sito è stato scavato nel 1985-1988 da Daniela Rovina.
Bibliografia
D. Rovina, "Sorso (SS): Tempio a pozzo in località Santuario Serra Niedda", in [i]Nuovo bullettino archeologico sardo[/i], 2, 1985, p. 276 ss.;
D. Rovina, "Il santuario nuragico di Serra Niedda (Sorso)", in [i]Nuovo bullettino archeologico sardo[/i], 3, 1986, pp. 37-47.