Si lascia la SS 129 al bivio per Ozieri; superato il piccolo centro di Esploratu ci si trova a Burgos. Per raggiungere il castello, ubicato alla sommità del colle, bisogna addentrarsi nel centro storico.
Il contesto ambientale
Il castello di Burgos si trova in cima a un picco granitico ai piedi del versante sud-ovest del Monte Rasu, a 647 m s.l.m., visibile anche da grande distanza, in un punto di importanza fondamentale per il controllo del territorio.
Descrizione
Il castello del Goceano, scenograficamente isolato, emana la suggestione delle fortificazioni legate agli eventi storici e alla vita quotidiana del Medioevo.
Secondo alcune fonti, venne edificato intorno al 1134 ad opera di Gonnario I sovrano di Torres. Alla fine del XIII secolo passò prima nelle mani di Genova, poi alla famiglia dei Doria; alla metà del XIV secolo fu acquisito dai sovrani d'Arborea, che per mezzo di esenzioni e privilegi decretarono il ripopolamento di tutta la zona. Intorno al 1516 il castello viene definito ancora in buono stato. Nel 1901 già se ne parla come di un rudere.
La struttura fortificata, dalla pianta irregolare allungata secondo le direttrici N/O-S/E, si articola in una cinta muraria, grosso modo a forma di "U", messa in opera in pietrame misto e laterizi, comprendente alcune feritoie fortemente strombate, un vano scavato nella roccia, e soprattutto la torre maestra. La parte bassa delle mura presumibilmente risale al XII secolo e fu innalzata ulteriormente sotto la dominazione aragonese, nel XV secolo.
La torre, a pianta quadrata, alta circa 16 m, è a due piani, in cantoni di calcare lavorati sommariamente e rinforzati con blocchi di vulcanite rossa negli spigoli. Non vi sono merli né mensole in aggetto nella parte alta della struttura. Diversi ambienti, delle cui fondazioni sono rimaste tracce, dovevano affacciarsi nel cortile interno della fortezza, dove si trova l'ingresso a un ambiente sotterraneo identificato come una cisterna. Al suo interno quest'ultima è intonacata, non molto ampia e voltata a botte.
A N della torre maestra si trova una serie di altri ambienti di incerto utilizzo. Si può ragionevolmente ipotizzare che fossero adibiti alle truppe e alla servitù che popolava il castello, anche se non vi sono resti materiali che aiutino a chiarire la funzione delle varie stanze.
Area del castello di Goceano [1]
Vedi la pianta e le sezioni del monumento [2]
Storia degli studi
La bibliografia essenziale sul castello di Burgos prende le mosse dalla voce "Goceano", curata da Vittorio Angius, nel 1841, per il "Dizionario" del Casalis. Successivamente si segnalano il contributo di Dionigi Scano (1907), l'articolo di Foiso Fois (1970), al quale spetta anche l'ampia descrizione nel volume "Castelli della Sardegna medioevale". Del 1993 è la sintetica scheda di Roberto Coroneo nel volume "Architettura romanica dalla metà del Mille al primo '300". Il contributo più recente è l'articolo di Daniele Vacca, pubblicato nel 2002.
Bibliografia
V. Angius, "Goceano", in G. Casalis, Dizionario geografico storico- statistico-commerciale degli Stati di S.M. il Re di Sardegna, VIII, Torino, G. Maspero, 1841, pp. 167-174;
D. Scano, Storia dell'Arte in Sardegna dal XI al XIV secolo, Cagliari, Montorsi, 1907, p. 392;
R. Carta Raspi, Castelli medioevali di Sardegna, Cagliari, 1933, pp. 95-98;
F. Fois, "Il castello di Burgos roccaforte del Goceano", in Anuario de Estudios Medievales, 7, 1970, pp. 709-724;
F. Fois, Castelli della Sardegna medioevale, a cura di B. Fois, Cinisello Balsamo, Amilcare Pizzi, 1992, pp. 231-244;
R. Coroneo, Architettura romanica dalla metà del Mille al primo '300, collana "Storia dell'arte in Sardegna", Nuoro, Ilisso, 1993, sch. 178. [3]
D. Vacca, "Il castello di Goceano o di Burgos", in Castelli in Sardegna. Atti degli Incontri sui castelli in Sardegna (2001-2002) dell'Arxiu de Tradicions, a cura di Sara Chirra, Oristano 2002, pp. 39-48.