Si percorre la SP 143 che da Perfugas passa per Bulzi e arriva a Sedini. Imboccando una strada campestre si giunge dopo pochi km alla chiesa di San Nicola di Silanis, ridotta a rudere.
Il contesto ambientale
La chiesa di San Nicola è situata nella vallata del rio Silanis. Ridotta a rudere invaso dalla vegetazione, ha conosciuto di recente il crollo dell'abside, ricostruita nell'ultimo restauro. Il sito corrisponde a un insediamento monastico benedettino, presso il villaggio abbandonato di Speluncas.
Descrizione
Gli affascinanti ruderi della chiesa di San Nicola, in una lussureggiante vallata percorsa dal rio Silanis, si impongono nel panorama romanico sardo per la perfetta tecnica di taglio della pietra e la particolare purezza delle forme architettoniche.
La chiesa ha pianta trinavata ed è costruita interamente in conci calcarei tagliati e messi in opera con estrema cura. Fu costruita prima del 1122 per volontà di Furatu de Gitil e della moglie Susanna de Lacon-Zori, appartenenti alla cerchia aristocratica del regno di Torres. In quell'anno i due coniugi la donarono all'abbazia Montecassino, come dipendenza dell'abbazia di Nostra Signora di Tergu.. L'iscrizione funeraria incisa nella facciata è pertinente proprio a membri della famiglia degli Zori. La fabbrica fu diretta probabilmente da un maestro di formazione lucchese. Assieme al San Pietro di Sorres è l'unica chiesa romanica sarda voltata a crociera anche nella navata centrale.
La superstite navata a N conserva le volte a crociera con sottarco di separazione. L'abside è orientata insolitamente a N/O. I muri divisori sono formati da pilastri a sezione quadrangolare dai quali si innalzano le arcate. Nel fianco settentrionale una porta architravata, con arco di scarico a tutto sesto, consentiva di accedere al campanile a canna quadrata, ora mutilo.
Vedi la pianta e le sezioni del monumento [1]
Storia degli studi
È Raffaello Delogu (1953) a dedicarle il primo studio storico-artistico. Pochi anni dopo Salvatore Rattu (1957) ne pubblica un completo rilievo, mentre Alberto Boscolo (1959) analizza l'importanza storica dell'iscrizione in facciata. Gli studi di Renata Serra (1989) e di Roberto Coroneo (1993) sono i più aggiornati.
Bibliografia
R. Delogu,[i] L'architettura del Medioevo in Sardegna[/i], Roma, La Libreria dello Stato, 1953, pp. 95-99;
S. Rattu, "La chiesa di San Nicola di Silanus (Sassari)", in [i]Palladio[/i], VII, 1957, pp. 180-185;
A. Boscolo, "L'iscrizione della chiesa di san Nicola in Soliu e la famiglia degli Zori", in [i]Studi storici in onore di Francesco Loddo Canepa[/i], II, Firenze, 1959, pp. 107-118;
M. Botteri, [i]Guida alle chiese medievali della Sardegna[/i], Sassari, Chiarella, 1978, pp. 131-132;
V. Mossa, [i]Architettura e paesaggio in Sardegna[/i], Sassari, Carlo Delfino, 1981, p. 111;
R. Serra, [i]La Sardegna[/i], collana "Italia romanica", Milano, Jaca Book, 1989, pp. 385-388;
R. Coroneo,[i] Architettura romanica dalla metà del Mille al primo '300[/i], collana "Storia dell'arte in Sardegna", Nuoro, Ilisso, 1993, sch. 35; [2]
R. Coroneo-R. Serra, [i]Sardegna preromanica e romanica[/i], collana "Patrimonio artistico italiano", Milano, Jaca Book, 2004, pp. 263-266;
R. Coroneo, [i]Chiese romaniche della Sardegna. Itinerari turistico culturali[/i], Cagliari, AV, 2005, p. 33.