Lanusei è un antico borgo situato sui costoni dei Monti del Gennargentu.
Numerose sono le tracce della civiltà nuragica all’interno del magnifico bosco di Selene, che con la sua fauna, i suoi lecci e castagni racchiude il Parco Archeologico costituito da un nuraghe e da due tombe di giganti. Presso il bosco sono presenti numerose sorgenti d’acqua, famose per le loro qualità curative.
Il centro della città è caratterizzato da diversi palazzi ottocenteschi, tra cui la casa natale Mameli che ha visto nascere Goffredo Mameli, compositore dell'inno nazionale italiano.
Nei pressi del Monte Armidda è presente l’Osservatorio Astronomico Caliumi, osservatorio pubblico fra i più grandi d’Italia.
La prima domenica di giugno si festeggia il patrono del paese, San Giovanni Bosco, con gare poetiche e sportive.
Il 20 agosto e il 27 settembre si svolgono i festeggiamenti in onore ai Santi Cosma e Damiano, con processioni campestri e balli tradizionali.
La cattedrale di Santa Maria Maddalena, risalente al Seicento, conserva antichi affreschi dedicati alla vita della Maddalena e di Cristo.
A fine giugno si svolge la Sagra delle ciliegie.
Perda 'e Liana costituisce una delle più importanti e suggestive conformazioni morfologiche della Sardegna. È un monumento naturale costituito da un torrione verticale, un cosiddetto tacco o "tonneri" in dialetto sardo, che si staglia verso il cielo. Alto 1293 , è uno dei monumenti naturali più conosciuti nell'Isola per la sua strana conformazione. Si presenta con una forma slanciata ed elegante, e dista due circa dal bordo dell'altopiano del Tonneri. La parte più alta del tacco è larga un centinaio di metri e presenta pareti verticali di circa 50 d'altezza. I bordi chiari delle sue pareti spiccano sul grigiore delle rocce che lo circondano. Alla base presenta una conformazione tronco-conica. Per la regione dell'Ogliastra, questo monumento naturale costituisce il più importante testimone d'erosione di un'estesa copertura calcarea del Giurese che ha ricoperto questa parte dell'Isola per decine di milioni di anni ed essendo visibile a grande distanza ha costituito un punto di riferimento per tutti coloro che da tempi lontani hanno percorso queste zone di montagna.
Si parte da Seui verso Ussassai e si percorrono circa 9 quindi si troverà sulla sinistra una strada che porta all'altopiano di Monte Tonneri: percorrendo questa strada si arriva a Perda Liana.
Circondato da boschi di lecci irrorati dal fiume Flumedosa e protetti dalla catena del Gennargentu, il paese di Seui è tra i più affascinanti dell'interno Sardegna. Presenta un toponimo di origine incerta, sicuramente non latina. Molto prima del dominio romano, infatti, il territorio risulta frequentato dall'uomo, come dimostrano diverse tracce e resti di nuraghi presenti nel territorio. Nel Medioevo appartenne alla curatoria della Barbagia di Seulo, nel Regno giudicale di Calari. Successivamente, in seguito alla dominazione pisana, entrò a far parte del sistema politico e amministrativo catalano-aragonese, passando a far parte dei feudi di Nicolò Carròs, Bartolomeo Subirats e Guglielmo Montgry. Ma già dal 1365 rientrò nelle istituzioni giudicali facendosi assorbire dal Regno di Arborea. Finalmente ritornò a far parte del feudo dei Carròs. Il paese è formato da una rete di stradine gravitanti attorno alla parrocchiale di Santa Maria Maddalena, su cui si affacciano palazzotti ottocenteschi ed abitazioni che seguono i canoni della locale architettura rustica in pietra scistosa, con eleganti archi, balconate lignee e tetti in coppo. A circa 3 chilometri dall'abitato sorge la miniera carbonifera di San Sebastiano, scoperta nel 1827 da Alberto Lamarmora. Un borgo antico sospeso tra passato e presente è di grande attrattiva per chi voglia visitare un pezzo di Sardegna montana.
Molto interessante la parrocchiale di Santa Maria Maddalena, di fondazione settecentesca ma modificata successivamente; al suo interno ospita un bell'altare ligneo e un fonte battesimale risalenti al Seicento. Nella via Roma e nella valle sottostante sorgono interessanti esempi di abitazioni in pietra scistosa e legno, con balconcini in ferro battuto. Fra queste la casa Farci ed una palazzina liberty degli inizi del XX secolo: la prima adibita a casa museo dedicata allo scrittore e politico Filiberto Farci ed alla tradizione seuese; la seconda ospitante un museo archeologico ed etnografico. Di notevole interesse, inoltre, la sede dell'ex carcere spagnolo del 1647, dove è possibile visitare gli ambienti che per secoli hanno visto consumare drammatiche vicende umane. Inoltre, un significativo luogo di cultura è rappresentato dalla Galleria Civica, ospitata dal Palazzo Civico S'Omu Comunali, risalente agli ultimi anni dell'Ottocento, che fra i numerosi oggetti artistici esposti conserva pregevoli quadri del Seicento di scuola caravaggesca.
Suggestiva consuetudine tradizionale di Seui è la festa di San Giovanni Battista, che si celebra il 24 giugno: in questa occasione i pastori offrono per il pranzo comunitario un dono di carne, detto "su cardamponi". In occasione della festa di San Sebastiano e di Sant'Antonio Abate si accendono imponenti falò. Non distante dall'abitato è possibile raggiungere l'antica laveria della miniera di antracite di San Sebastiano, operativa fino al 1950. E' inoltre possibile visitare il nuraghe "Ardorai". A circa 100 metri di altezza, completamente avvolta dal verde circostante, si erge la chiesa campestre di San Cristoforo. Inoltre, si consiglia di compiere una passeggiata nella foresta demaniale di Montarbu, pervasa dai profumi di endemismi selvatici e abitata da rare specie animali.
Nella Galleria civica di Seui, all'interno del palazzo civico "S'omu comunali", è contenuta parte della collezione museale risalente agli ultimi anni dell'Ottocento.
Lo stabile, ubicato nel centro storico, per anni è stato sede di diverse istituzioni che ne hanno condiviso i locali (scuola, pretura e amministrazione comunale). Ogni anno il paese ospita un importante concorso di pittura e di scultura durante il quale sono state realizzate molte delle opere esposte.
La visita segue due differenti percorsi espositivi. Uno, esterno, si snoda lungo le tortuose vie cittadine, dove sono visibili, nei vari siti museali, molte delle sculture moderne. Il percorso interno, che si sviluppa dentro le sale comunali, comprende invece una parte adibita all'allestimento di mostre temporanee e una dedicata all'esposizione di un centinaio di opere di pittori contemporanei. Si arriva infine alla sezione, collocata nella sala consiliare, che contiene i pezzi più importanti della collezione, rappresentati da tre quadri del Seicento, di scuola caravaggesca.
Indirizzo: via della Sapienza - 08037 Seui tel. 0782 539002 Ente titolare: Comune di Seui.
Parte della collezione museale di Seui è collocata in una palazzina in stile Liberty, risalente ai primi anni del Novecento, costruita dall'allora medico condotto del paese il dottor Raimondo Loi.
Lo stabile, collocato nella centralissima via Roma, costituisce, con le sue volte e pareti affrescate, una bella testimonianza di abitazione signorile dell'epoca. Prima di ospitare il museo, fu la sede della Società Mineraria Monteponi e poi, dagli anni trenta, del Comune.
Il museo è strutturato in quattro ambienti tematici: una parte ospita la sezione archeologica che espone le testimonianze del passato che, dall'età nuragica, sono giunte fino a noi. Tra gli oggetti una macina a clessidra e una collezione di monete che va dal periodo punico a quello sabaudo. Una parte significativa della storia di Seui è legata alla miniera di antracite che si trova a poca distanza dal centro abitato. Durante il percorso è possibile visitare la parte espositiva con gli oggetti da lavoro del minatore, che permettono di ricostruirne le dure condizioni di vita.
Il percorso è completato dalla sezione che vede il recupero di tutti i documenti, libretti, giornaliere e mappe, appartenuti all'archivio storico delle miniere di Iglesias. Gli edifici di Fundu e Corongiu e la laveria di Nurzula sono tuttora gli esempi più significativi del passato industriale seuese che ha visto impegnati, per oltre un secolo, centinaia di uomini, donne e bambini.
Si arriva, infine, alla sezione civica con un gran numero di foto che ritraggono personaggi e scorci del paese, un ricchissimo archivio e la ricostruzione di un autentico studio notarile, arredato esattamente com'era nell'Ottocento.
La visita guidata permette di approfondire la conoscenza delle risorse storiche, archeologiche e minerarie nel più importante centro della Barbagia di Seulo, che gli hanno fatto guadagnare l'appellativo di museo diffuso. Il museo ospita molti oggetti della vicina miniera di antracite ed in particolare il pezzo più significativo è il primo alambicco costruito in Sardegna, con il numero di matricola 0001.
Indirizzo: via Roma, 241 - 08037 Seui tel. +39 0782 539002 Ente titolare: Comune di Seui.
Seui, paese della Barbagia, colpisce per l'interesse straordinario del suo territorio, ricco di storia, cultura e tradizioni.
Il centro storico, caratterizzato da case in pietra scistosa, costruite seguendo le tortuosità delle vie cittadine, sono la vera particolarità di Seui. Percorrendo la centrale via Roma si arriva alla Casa Farci, dove nacque lo scrittore e illustre uomo politico Filiberto, cofondatore del Partito Sardo d'Azione e amico fraterno di Emilio Lussu. Si può visitare il suo studio, con la biblioteca, dove restano i suoi libri e quelli di altri grandi come Grazia Deledda e Antioco Casula detto "Montanaru".
Le singole stanze ospitano gli strumenti delle attività più rappresentative della comunità seuese, che la popolazione donò al Comune in migliaia di esemplari e che sono la testimonianza del sistema di produzione e consumo del passato.
L'attività di raccolta degli oggetti è stata affiancata dall'acquisto di preziosi documenti risalenti ai secoli passati e di materiale fotografico ed audiovisivo. Il criterio scelto per la disposizione dei reperti, all'interno del museo, è stato per tematiche e mestieri. Il materiale esposto, infatti, fa parte delle attività tradizionali di Seui; così troviamo gli attrezzi del contadino "su massaiu", del muratore "su maistu de muru", del falegname "su maistu de linna", del pastore "su erbegargiu-crabargiu"e del fabbro ferraio "su ferreri", con la ricostruzione di una fucina degli anni venti. Altra documentazione, di un certo interesse, proviene dalle famiglie di emigranti, che hanno dato vita all'insolita sezione dedicata all'emigrazione.
Fra il materiale esposto è importante ricordare un documento dei fratelli Bissiri che idearono, negli Stati Uniti, un apparecchio che si può definire l'antenato del tubo catodico.
Il museo possiede un patrimonio di circa settemila oggetti, ma solo un migliaio hanno trovato una giusta collocazione. Nel 1987, parte del materiale venne esposto a Milano, presso la sede della "Triennale del mondo del lavoro", suscitando un grande interesse nei visitatori.
La visita guidata permette di approfondire un percorso dove, i pezzi esposti, rappresentano il patrimonio storico, artistico e culturale prodotto da tutta la comunità nel corso dei secoli. L'esposizione, prevalentemente a terra o a parete, contiene alcuni oggetti veramente importanti. Fra questi spiccano dei torchi in legno, per vinacce, della fine del seicento costruiti su un modello del quattordicesimo secolo e due macine asinarie, una con vasca in trachite e l'altra in legno.
Indirizzo: via Roma - 08037 Seui tel. 0782 539002 Ente titolare: Comune di Seui Gestione: Società cooperativa S'eremigu a r.l., via San Giorgio, 101/103 - 08037 Seui Orari: aprile-settembre 9.00 - 13.00 e 15.30 - 19.30; ottobre-marzo 9.00 - 13,00 e 15,00 - 17,30; lunedì chiuso (aperto solo su prenotazione) Biglietto: percorso museale € 5,00 (intero), € 3,50 (scolaresche e ultrasessantenni); € 1,00 (bambini fino a 5 anni), capogruppo una gratuità ogni 20 paganti Esiste un servizio di visita guidata compreso nel prezzo del biglietto (occorre prenotarlo nei giorni di chiusura). È previsto un percorso didattico per scolaresche. Non esistono barriere architettoniche. Esiste un servizio di visita guidata al Sistema museale monumentale che comprende la Palazzina liberty, il Carcere spagnolo e la Galleria Civica. Sono possibili escursioni nella foresta di Montarbu, oasi naturalistica di riproduzione faunistica.
Il percorso che a Seui dalla Palazzina Liberty porta al Carcere spagnolo si snoda lungo un caratteristico itinerario, attraverso un antico sottopassaggio chiamato su Porci, fatto di case in pietra, con balconcini in ferro battuto e porte in legno intagliato.
Il carcere, sorto nella prima metà del XVII secolo, è circondato da case di civile abitazione, la cui altezza impedisce la visione esterna. L'edificio ha una struttura a pianta quadrata disposta su due livelli, ognuno con un ingresso, più un parziale sottotetto detto su staulu farzu.
Per ben trecento anni e fino al 1975, il carcere ha rappresentato il punto di riferimento dell'amministrazione della giustizia.
La struttura, divisa in due piani, conserva diversi arredi dell'Ottocento visibili nell'alloggio del custode, nella cucina e nelle tre celle femminile, maschile e di rigore. Nella cucina, ricostruita e arredata con tutti gli attrezzi dell'epoca, si trova un caminetto costruito nel 1910 che, con i due fornelli in muratura, soppiantò il camino a fuoco centrale detto su fogili, privo di cappa per il deflusso del fumo. Il pavimento della cella femminile è realizzato con travi e assi di legno di castagno, che fanno da solaio, all'ambiente sottostante, destinato alla cella di rigore chiamata sa cella de su pei in tipu. L'ambiente è un andito di pochi metri quadri, pavimentato in terra battuta, privo di finestre, dove veniva praticata la tortura dei prigionieri. Il percorso dei visitatori è completato dalla sezione che espone i documenti sul trasporto dei detenuti dal carcere di Seui verso altri centri, a volte con carri guidati da più cavalli, di rado con l'omnibus; quasi sempre però i viaggi avvenivano, con scorta armata, a piedi. Molti spostamenti cominciarono ad essere effettuati col mezzo ferroviario, quando il treno fece la sua comparsa a Seui, nell'aprile 1894.
Il museo è unico nel suo genere, perché fa rivivere le drammatiche condizioni di vita dei carcerati, al tempo in cui il sistema poliziesco e giudiziario veniva applicato nell'isola dai feudatari. Interessanti, inoltre, i risultati degli studi che riguardano gli interventi del medico sui carcerati e quelli sulle pozioni e i rimedi che il farmacista preparava e forniva per conto del Comune.
La lista delle erbe e delle piante è di notevole interesse e rappresenta uno spaccato di vita, non solo carcerario, ma dell'intera comunità seuese visto che i preparati farmaceutici venivano somministrati a chiunque ne avesse bisogno. Il Comune pagava sia per le persone in condizioni di assoluta miseria sia per gli "ospiti" del carcere.
Indirizzo: via Sassari - 08037 Seui tel. 0782 539002 Ente titolare: Comune di Seui.
Lungo le pareti che delimitano ad est l’ampio tavolato calcareo-dolomitico del "Taccu di Osini" si apre la gola chiamata Scala di San Giorgio, dichiarato con Legge Regionale del 1989 Monumento Naturale della Sardegna. In gergo locale con "scala" s'intende un accesso ripido e accidentato attraverso un costone roccioso e nel caso specifico indica un valico naturale di collegamento tra due valli, quella del Rio Pardu a nord-est e del Flumineddu a sud-ovest. Questa angusta gola si situa ad un'altitudine di 870 – 928 metri , offrendo scenari dalla bellezza spettacolare. Essa è delimitata da alte e incombenti pareti rocciose e, cosa del tutto particolare che la rende unica, è attraversata da uno stretto nastro d'asfalto proveniente da Osini, che ne permette una facile visita. Il luogo si caratterizza per diverse diaclasi (fratture delle masse rocciose, senza apprezzabile spostamento delle parti generate), tra le quali la più imponente ed impressionante è quella chiamata Sa Brecca 'e Usala, che attraversa in senso verticale la parte ovest della gola e sprofonda per quasi 100 ; da qui poi è possibile risalire lungo le pareti rocciose, che si ergono verticali per qualche decina di metri separate da una brevissima distanza, grazie ad un corto viottolo inframezzato da gradini che conduce fino alla sommità, da dove si può ammirare un panorama mozzafiato sulla Valle del Rio Pardu. La punta più alta che sovrasta la Scala è Su Casteddu (il Castello), toponimo che ha indotto alcuni studiosi a pensare che qui nel passato fosse ubicato un castello medievale o più probabilmente una postazione militare di età romano-bizantina, come i ritrovamenti di monete e materiali ceramici hanno fatto ipotizzare. Il nome di questo bellissimo monumento naturale ricorda quello del Santo Vescovo di Suelli Giorgio, che secondo la leggenda sarebbe qui giunto una sera da Seui. Trovandosi in difficoltà, in prossimità delle alte pareti che sovrastano il paese di Osini, ordinò alla montagna di aprirsi per permettergli il passaggio, facendo così nascere la gola.
Per chi giunge da Cagliari, Osini si trova lungo la strada che conduce a Gairo, dopo aver percorso una buona metà della 125. Per chi giunge dal resto dell'isola si deve invece costeggiare per un breve tratto il lago Alto Flumendosa e prendere sempre la strada per Gairo.